In sintesi dovrebbe indicare il miglior soggetto del momento in Europa.
Gran bel titolo, riempie la bocca.
Una illusione, non voglio credere un’utopia.
La partecipazione libera, la concomitanza selvaggia con altri eventi, la poca propensione di alcuni soggetti ad adattarsi ad un ambiente per loro poco conosciuto, unitamente alla scarsa presenza di selvaggina, dovuta principalmente ad una stagione metereologica anomala, aggiungiamo due giornate di vento infernale che sicuramente hanno favorito più i galli dei cani, hanno partorito un campionato sottotono.
Pointer sottotono, ma non certamente figli di un dio minore. Il pointer non è quello visto quest’anno nel Vallone di Menouve in Valle d’Aosta, i precedenti ci confortano.
Con notevole sforzo si è optato per correre il Campionato in due giornate, con relativa verifica morfologica, prevedendo il duplice titolo, per maschio e femmina.
Ventiquattro i soggetti iscritti, suddivisi in due batterie da sei coppie rispettivamente assegnate ai Sigg. Giudici esperti Franco Malnati (I) / Sakis Ponireas (GR) e Paul Duchein (CH) /Garcet La Coste (F).
Riferisco il commento testuale del giudice Duchein, confortato anche dall’intervento di Franco Malnati al termine dei due giorni: “Un paio di pointer hanno dimostrato di possedere i mezzi e l’esperienza per ambire ad un titolo così prestigioso, li abbiamo rivisti a lungo e cercato di metterli in condizione di incontrare. Qualche altro pointer ha svolto un lavoro accettabile per il grado di difficoltà e di specializzazione che questa prova comporta. Altri sono apparsi fuori posto, carenti nella prestazione e soprattutto nell’esperienza” Nessun classificato.
Aggiungo solo una rapida riflessione, in quanto per incarico del Pointer Club Internazionale e del Pointer Club d’Italia, mi trovo alla guida del Gruppo cinofilo organizzatore, e pertanto mi sento un poco responsabile, a torto o a ragione, dell’esito del campionato.
Come detto in precedenza, questa manifestazione è a partecipazione libera e quindi non filtra i concorrenti alcuni dei quali pur mancando di una specifica esperienza di montagna sono attratti dalla visibilità che la partecipazione attribuisce ma confidano principalmente nella fortuna.
“La montagna a volte dà a volte prende e comunque, quello che da bisogna guadagnarselo” e in questa affermazione che è di Franco Malnati, sta, a mio parere, l’insuccesso di questa edizione.
Io credo che, non essendo ancora maturo un campionato per squadre , un minimo di selezione almeno per i soggetti italiani, sia doverosa; potrebbe essere sufficiente il dover partecipare ad alcune prove, del Trofeo Saladini o del Trofeo delle Alpi, per avere indicazioni da parte dei giudici sulla opportunità di cimentarsi un una competizione di prestigio internazionale in cui la nota del concorso non può essere alla portata di tutti.
Amedeo Lavachielli