Prendo spunto dal commento di Josè Melon, presidente di giuria, (che mi ha inviato già parzialmente tradotto), da alcuni suoi accenni sul campionato, dalle splendide parole utilizzate per descrivere il turno di Nico e l’emozione che vi traspare, e soprattutto faccio mia la sua affermazione: bisogna accordare ad ogni cosa le parole che esse meritano!
L’edizione di quest’anno, giunta alla sua venticinquesima replica, ci offre l’occasione per qualche argomento di riflessione.
Nella sua non breve storia il nostro campionato ci ha riservato delle edizioni esaltanti, vissute con lo spirito di vera internazionalità, ciascuno impegnato a vincerlo ma tutti interessati a osservare quanto di meglio gli allevamenti nazionali riuscivano ad esprimere.
È per questo che il pointer, come poche altre razze, è diventato patrimonio di tutti ed ha ottenuto, attraverso l’intreccio delle linee di sangue, una più ricca variabilità genetica e un miglioramento generalizzato.
Durante questi anni il campionato ha contribuito ad elevare il livello di allevamento e di qualità dei soggetti prodotti consentendo a paesi che non avevano tradizioni di competere e di vincerlo meritatamente.
L’andamento e la evoluzione delle razze, ahimé, non è sempre in costante ascesa.
Tuttavia bisogna evitare il rischio che il campionato di Grande Cerca diventi un momento di routine tra i numerosi eventi che si accavallano nelle nostre primavere.
Qualche segno di ridotto entusiasmo si è chiaramente avvertito in questa ultima edizione, quasi una minor idealità verso quello che dobbiamo invece continuare a considerare come l’occasione di più pura accademia della nostra razza.
La grande cerca è una disciplina per pointer ma non è accessibile a tutti i pointer, la sua nota non deve essere confusa con altre formule che restano importanti, fondamentali per l’utilizzo e la diffusione ampia del nostro cane, e il campionato deve rimanere qualcosa di ideale, il punto più alto che serve ad esaltare le formidabili qualità dei nostri trialer.
Le linee di sangue presenti
Quattro sono sostanzialmente i filoni genealogici che si impongono nei pedigree dei soggetti iscritti.
Da Nobel (presenti ancora due suoi figli diretti) attraverso Faunello (quattro suoi figli in concorso) continuano i frutti di una serie positiva di prodotti.
Il marchio von der Postschwaige, sempre più consolidato, raccoglie anche la linea di Hardy du Bois del Perches, attraverso Milord di Groppo, che ne è figlio, e Giuseppe che è nipote. E’ il filone di Nico vincitore di questo campionato.
Hardy, padre anche di Maitò di Groppo, che è padre di Samuel, ed di Hellò del Sassalbo, padre di Ischia.
Almeno nove soggetti presentati discendono da Ribot della Noce (tre figli iscritti), e dai suoi figli Cal, Rio, Duram e Zora.
Una lunga traccia deriva da Ardito del Vento, per mezzo di Palaziensis Quan, suo figlio, Tartaro e Tornado del Vento, suoi nipoti, senza dimenticare l’influenza portata dall’indimenticata Iala del Celo.
Ancora una influenza di Flash (Dilan è figlio suo), qualche segno di Feo tramite Gippo e gli ultimi residui della Cisa.
Il Vice Campione, Remember, proviene dai della Mazorra che portano i segni ancora di Tibet de la Lambaz, per via di Alpin de la Cotance.
Il palcoscenico
Da quasi quindici anni il campionato pointer si corre a Corbeille: invariata la bellezza dei terreni, costante la presenza delle starne. La scenografia è di prim’ordine. Quest’anno anche favorita da due giornate di buon tempo e da una discreta condizione di vento.
Vegetazione eccezionalmente alta per la stagione e per questa latitudine ma validissima per il lavoro da svolgere, s’è per fortuna vista qualche lepre in meno schizzare tra i grani.
Il problema resta ancora e sempre quello della difficoltà di ambientamento che manifestano i cani venuti a correrlo senza un minimo di preparazione e di allenamento.
Di sette pointer classificati il solo Remember è stato catapultato qui il giorno avanti, tutti gli altri hanno avuto il tempo di prendere misura ai terreni e conoscenza delle starne.
Chi ha sbagliato o non è riuscito ad esprimersi come sa, ha sicuramente una scusante.
Forse anche per questo si è visto…
Solo qualche lampo di luce
Questo campionato ha espresso nel suo vincitore, Nico, un soggetto di alto pregio stilistico e di altrettanto valore atletico e venatorio.
Da solo è riuscito ad accendere la luce del trialer che non sempre s’è vista in campo.
Per la Germania, assieme al portabandiera Faunello, mestierante ma ormai spremuto da una intensa carriera, quattro giovani pointer, tre femmine e un maschio di bel tipo, figlio di Tornado. Soggetti di mezzi ma non preparati per questo concorso. Fena e soprattutto Rama hanno fatto vedere galoppi di gran qualità, l’avidità del pointer, ma sul terreno hanno denunciato limiti di nota e una mancanza di esperienza
dovuta alla loro sporadica partecipazione ai concorsi di grande cerca.
La Francia qualifica Saxo e Sting, figli di Ribot, soggetti ormai conosciuti, eccellenti interpreti della nota.
Texas si conferma trialer di prima grandezza ma non è assistito dallo stato di grazia che aveva sfoggiato l’anno passato.
La Spagna ripropone Person e gli anni si contano anche per lui, Garcia Vincent, l’avvocato di Valencia con la passione della grande cerca, presenta Trup e Vera senza fortuna.
La Tula, che difende il titolo dello scorso hanno, è meno tonica del solito.
Parra invece si toglie una soddisfazione forse insperata: Remeber, che è stato alla mano di Graziano Forti per tutta la primavera, si impone al primo giorno con assegnazione di CACIT ottenuto in virtù di un punto davvero di gran pregio e il secondo offrendo una prestazione di alta nota.
La Grecia ancora una volta è protagonista (quest’anno nel suo palmares il primo posto di Nico nella classifica di Coppa, vittoria al campionato e 1° eccellente del Dilan del Nocino di Gonidakis in batteria del Navette).
Nico stravince e mette in ombra i compagni di equipe.
Due femmine, Astra di Bourgeois, figlia di Titan, e Odet del Sargiade di Gonidakis, figlia di Duram, hanno impressionato per mentalità e azione: ancora troppo giovani per raccogliere i risultati che il loro talento certamente gli riserverà.
L’Olanda continua da anni a far passerella con Bester e Gary dello sportivissimo Joustrà e la Svizzera si presenta, stranamente, a ranghi ridotti. Assente il Belgio.
Serve una ventata di novità!
Italia sbiadita
Peter Balhke mi diceva che si sarebbe sentito onorato di presentare per l’Olanda la “terza” squadra dell’Italia. Bontà sua.
I pointer italiani sono sempre stati attesi come gli interpreti più prestigiosi e raffinati, tante volte protagonisti, tante volte battuti ma sempre riconosciuti di indiscussa tempra trialer.
Questo è un po’ lo spirito del nostro campionato dal quale tutti si attendono sempre di poter applaudire il fuoriclasse, e magari anche il gusto di poterlo battere.
Il lungo calendario di questa primavera approda qui, per i pointer italiani dopo un’estenuante trasferimento dalla Serbia. Qualcuno rinuncia, ed è un brutto segno.
Franco Zurlini, incaricato della selezione, dopo averli verificati in Spagna raccoglie le indicazioni che vengono dalle prove di Grecia e Serbia e decide di comporre la squadra, qui in Francia, dopo una giornata di osservazione sui terreni di Ozuer.
Almeno una sgambata di allenamento ottenuta grazie alle buone relazioni di Gino Taddei.
Non mette neanche conto star dietro alle chiacchiere: è sin troppo facile criticare quando non si vince.
Unico qualificato nei due giorni Picenum Layos, del setterista Nardi, e condotto da Michela Urlhard. Gli è stata riconosciuta la nota e la classe che serve nel concorso ed è stato apprezzato un suo punto in bello stile, meno gradito un secondo di più modesta fattura.
Bill ha sbagliato il primo giorno dopo un punto, il secondo sciupando per insicurezza una coppia già fermata.
Samuel ogni giorno è andato a punto ed ogni volta, proseguendo, ha commesso un errore.
Dilan ha fatto un ottimo lavoro, la prima giornata assieme ad Ischia, ma lasciato sul terreno alcune coppie. Il giorno dopo alla seconda lepre non ha saputo trattenersi.
Ischia, l’unica femmina della selezione italiana, si è comportata egregiamente, interpretando una robusta nota, con aperture estesissime e coraggiose ma anche per lei c’erano starne sul terreno. Ancora bene nella seconda giornata in un terreno più difficile, si è meritata il richiamo. E il richiamo lo racconta benissimo Josè Melon nel suo commento: un duello perso per sfortuna sua e un po’ di furberia del compagno.
Mary e Taleban, non si sono mossi dalla panchina.
Inutile recriminare, i campionati non si vincono con la comprensione, si devono stravincere e quest’anno i pointer italiani non sono riusciti.
Il prossimo anno la Francia ospiterà Coppa Europa e Campionati di setter e pointer,
garantisce una serie di prove in preparazione dei grandi appuntamenti, il calendario non sarà più una scusante e nemmeno la poca confidenza sui terreni.
Che sia la volta buona?
Per un punto
Garanzia di tipo, il regolamento prevede che il vincitore ottenga una qualifica di almeno molto buono nel giudizio morfologico. Che è attribuito tramite punteggi nella media dei valori assegnati da tre giudici.
Tre soli soggetti hanno raggiunto la soglia di 15 punti che qualifica l’eccellenza, tutti gli altro molto buono.
Un punto separa Remember da Nico e per un punto a Nico viene assegnato il titolo di Campione 2007.
Fermo restando che il principio della attenzione al tipo va rispettato, a parità di qualifica morfologica, personalmente troverei più saggio rimettersi al verdetto del campo attraverso un turno di barrage.
Grazie
E come ogni volta si riparte un po’ di fretta per recuperare i chilometri e riprendere la lunga strada del ritorno.
Non c’è mai abbastanza tempo per ringraziare chi s’è dannato l’anima e ha perso il sonno per consentirci questo irrinunciabile appuntamento.
A Eveline e Michel Dumand, ai loro collaboratori, Grazie.
E grazie ai signori Giudici, testimoni appassionati, per il loro mai facile compito.
Grazie a chi ha a cuore il pointer.
Pino Dellatorre